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antoniettamasina

XPIATION e la trilogia della morte

Aggiornamento: 5 mar 2022


XPIATION chiude in maniera “solennemente glamour” la TRILOGIA DELLA MORTE creata da Domiziano Cristopharo come omaggio al cinema estremo, e che pure lo reinventa in qualche modo.

Sempre attento al lancio di nuovi talenti e alla creazione/distribuzione di progetti originalissimi (basti pensare ai vari P.O.E. o PHOBIA) Cristopharo trasforma in regista una delle sue bellissime attrici/icone POISON ROUGE (House Of Flesh Mannequins, Phantasmagoria, Hyde’s Secret Nightmare) e la mette al comando del primo film della saga italiana della morte estrema: SACRIFICE.

Sacrifice voleva essere la versione seria di HE NEVER DIES terzo capitolo della saga Nipponica GUINEA PIG, e ci riesce così bene che il guru del cinema estremo Stephen Biro lo rileva ed inserisce con gran sorpresa nella sua AMERICAN GUINEA PIG serie. Dopo alcune apparizioni nei festival e una campagna indiegogo di successo, Il film è già cult.

Il secondo capitolo della trilogia è invece TORMENT, gioiello drammatico/horror ispirato alle vicende del serial killer John Wayne Gacy e diretto stavolta dall’ex porno attore/regista ADAM FORD (che di recente ha realizzato il suo secondo horror, JUST A CHILD) dove malinconia e claustrophobia dominano su tutto. Solo un omicidio in questo film, eppure a ragione, è considerato dalla critica estera uno dei film pù estremi mai realizzati.

Anche TORMENT (come XPIATION) e' subito diventato il vessillo della nuova indata di gore distribuita da UNEARTHED FILMS in USA.

I film son attualmente disponibili in Europa grazie a TETROVIDEO (www.tetrovideo.com)


Veniamo dunque al capitolo finale XPIATION (Espiazione) firmato stavolta da Cristopharo stesso, che chiude in pompa magna la miniserie! Ho scritto all’inizio che la TRILOGIA DELLA MORTE di Cristopharo in qualche modo “reinventa” il genere EXTREME, osservazione fatta anche dai critici oltreoceano… ma cosa vuol dire?

Principalmente qui si abbandona l’idea dello sporco, del mosso, dell’amatoriale, del crudo… pur mantenendo forme di realismo elevatissime e coinvolgenti al punto da far fuggire e svenire anche gli spettatori più preparati, durante i fest: la fotografia dei tre film è magistrale (a cura dello stesso Cristopharo) così la cura del sonoro usato quasi in maniera espressionista.

Altro punto a favore dei film, e della loro diversità rispetto agli stereotipi, è che ci son personaggi di grande spessore emotivo e attori di altissimo livello: non abbiamo più solo vittime e carnefici, ma esseri umani che soffrono, odiano, vivono e muoiono…

La cosa più insolita però, è che la fama di cult estremi, questi film se la son guadagnata nonostante i pochissimi momenti di gore presenti, e la scarsità di emoglobina. Spostata l’asticella verso il cinema insomma, verso le emozioni ed i colpi allo stomaco che può generare anche senza dover necessariamente generare disgusto solo attraverso FX (qui, fra l’altro, curatissimi).

XPIATION è lento, solenne, ieratico. Allo stesso tempo è glam (e la prestigiosa rivista francese “L’ecran fantastique” aveva già coniato per Cristopharo la definizione di GLAM HORROR anni fa) colorato e grottesco.

1 personaggio nel primo film, 2 personaggi nel secondo, 3 personaggi nel terzo. Un trittico al cui vertice c’è “LEI” misteriosa donna, interpretata da una magnifica Chiara Pavoni. Il suo look retrò, ricorda quasi una divisa Nazista, mentre silenziosa e insistente, filma le torture che fa infliggere alla sua vittima, da un tossicodipendente totalmente affabulato dal fascino di lei.

In questo caso, se il personaggio dell’immigrato interpretato con muta sofferenza da Emanuele D’elia rientra nel clichè tipico della vittima predestinata in questo genere di film… totalmente sorprendente e originale è il torturatore “fattone” ed idiota disegnato da Simone Tolu: assolutamente il tipo di carnefice che non ci aspetteremmo, e per questo più inquietante… la perfetta rappresentazione di cosa accade quando si mette un ignorante in una condizione di potere.

Tristemente attuale, per questa italia sgangherata, il fatto che la vittima sia un immigrato e che il demente torturatore (dal look vagamente naziskin) ascolti con nostalgia vecchi brani dedicati al Duce, per cercare ispirazione nelle sue malefatte.

Ma nulla è come sembra, ed i ruoli possono anche ribaltarsi a volte… bellissimo e spiazzante il finale, riempito ancora una volta dalle atmosfere (chiamarle musiche sarebbe riduttivo – o fuorviante) di Antony Coia.

Scritto da Andrea Cavaletto, che con Cristopharo ha firmato un fortunato sodalizio creativo (ricordiamo anche il devastante DOLL SYNDROME) EXPIATION ci presenta una gallery di insolite torture, e raffinate sequenze oniriche. Anche qui, come nei precedenti due film, l’unica location (bellissima dimora abbandonata) è sfruttata in modo creativo e mai ripetitivo.

Dopo la GUINEA PIG giapponese, e l’AMERICAN GUINEA PIG made in USA, anche l’Italia finalmente può vantarsi di una notevole saga estrema che resterà a lungo negli annali del cinema horror moderno, come un punto di riferimento.


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