"Chi l'ha vista morire?" Cosi' recita la cantilena che anticipa di qualche anno gli ossessivi refrain Argentiani; il testo (scritto dalla moglie di Morricone, su musica dello stesso) riprende una filastrocca Inglese: “Chi ha ucciso il pettirosso? / Io, ha detto il passero. / Con un mio arco ed una freccia / io ho ucciso il pettirosso. / Chi lo ha visto morire? / Io, ha detto la mosca. / Con i miei piccoli occhi / Io l’ho visto morire.” (Who killed Cock Robin? / I, said the Sparrow. / with my bow and arrow / I killed Cock Robin. / Who saw him die? I, said the Fly / with my little eye / I saw him die.”)
Cosi', se Lado si inserisce nel filone "scoperto/rilanciato" da Argento, a sua volta ne detta regole e stilemi che il maestro stesso riprendera' successivamente... oltre le nenie infantili, in PROFONDO ROSSO ritroveremo anche Nicoletta Elmi (assidua frequentatrice dell’horror nostrano e “bimba ambigua” per eccellenza) e sequenze similari come la soggettiva dell'assassino nel teatro, al buio.
Lado inquisisce ancora una volta la corruzione morale delle massonerie, gli intrighi sono interni a un gruppo di altoborghesi che trescano per coprire uno di loro, il maniaco assassino, appunto, e sposta curiosamente le gesta e le malefatte del NON SI SEVIZIA UN PAPERINO Fulciano, uscito in contemporanea, dal gretto meridione alle umide ed oscure calli veneziane, una ambientazione davvero atipica per l’epoca, gotica e crepuscolare grazie alla fotografia magistrale di Francesco Di Giacomo, formatosi con i fratelli Taviani e storico collaboratore di Bertolucci.
Lado sembra essere un inconsapevole precursore anche per il film che uscira' l'anno dopo: A VENEZIA, UN DICEMBRE ROSSO SHOCKING (Don't Look Now) di Nicolas Roeg, non solo nel tema del padre che ossessivamente cerca la verita' in una plumea e ostile Venezia, ma anche in molte scelte narrativo/stilistiche (si veda ad esempio, la scena di sesso che riavvicina i 2 protagonisti, I flashback, e la scelta del silenzio al posto della pista sonora).
Per il tema delicato trattato, l'opera fu vietata ai minori di 18 anni... e per comprendere la visione nell'epoca in cui il film si contestualizzava, dobbiamo ricordare che la critica accuso' persino Lado di aver trasformato il genere "giallo" in un "horror estremo"...
TRAMA:
A Mégève, in Francia, la piccola Nicole viene uccisa mentre gioca sulla neve; la governante, Ginevra Storelli, si trasferisce a Venezia ed il caso viene archiviato. Quattro anni dopo un'altra bambina, Roberta viene trovata uccisa.
Il padre della bambina, lo scultore Franco Serpieri, comincia da solo a cercare il responsabile, avendo scarsa fiducia nell'azione della polizia: trova molte analogie con la precedente morte di un'altra bambina, giungendo ad un losco giro di personaggi ambigui; le sue indagini pero', non provocano altro che la morte di quasi tutti i i sospettati, e mettono in pericolo la vita degli stessi coniugi Serpieri.
Il cast è di alto profilo: accanto a George Lazenby (che poi vedremo come sostituto di Connery in 007) e alla iconica Anita Strindberg, recitano volti notissimi come José Quaglio (il perfido avvocato Bonaiuti), Adolfo Celi (il cattivo Serafian) e Alessandro Haber (padre Jim). Al loro fianco il veneziano Pietro Vida, nel ruolo di un giornalista amico di Serpieri, che ritroveremo poi proprio in PROFONDO ROSSO e ne IL CAVALIERE, LA MORTE E DIAVOLO di Beppe Cino.
Originale la soggettiva attraverso la "veletta", e simpatica la citazione a PSYCHO nel finale. Davvero personale l'uso delle musiche (a volte ossessive) contrapposte a scene commentate da lunghi silenzi: Morricone affermo' piu' di una volta che il suo intervento diventava sempre minimale quando il film parlava gia' da solo, con le immagini...
Da recuperare assolutamente.
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