STORIE DI FANTASMI (Ghost Story)
- antoniettamasina
- 29 ott 2015
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 5 mar 2022

Peter Francis Straub (Milwauke, 2 marzo 1943) è uno scrittore statunitense, conosciuto soprattutto per le sue opere di genere fantastico e horror. La casa dei fantasmi (Ghost Story) è il suo quinto romanzo, quello che gli diede fama internazionale, e che è considerato da Stephen King uno dei migliori romanzi gotici dell’orrore.
L’inglese John Irvin, conosciuto per film come I MASTINI DELLA GUERRA ed HAMBURGHER HILL, porta sullo schermo il romanzo di Straub e pretende per il suo film (ottenendolo) solo il meglio, allestendo un cast artistico/tecnico straordinario: il 2 volte premio oscar Melvyn Douglas, Douglas Fairbanks Jr., John Houseman (altro premio oscar non estraneo all’horror, ci deliziò con un cameo in FOG di Carpenter) e due volti – che faranno poi molta strada nell’horror e non – come Craig Wasson (Omicidio a luci rosse) e Alice Krige (I sonnambuli).

Prima di parlare della trama e delle mie impressioni, non posso omettere in un film così (nominato ai SATURN AWARD come miglior film, ma spodestato dal Lupo mannaro americano a Londra), di citare la magnifica fotografia di Jack Cardiff… un nome che suonerà ignoto ai più, eppure è considerato uno dei migliori DOP mai esistiti premiato con l’oscar alla carriera per oltre 86 film, a cui ne vanno aggiunti 15 da regista!
E quindi proseguo menzionando la magnifica colonna sonora di Philippe Sarde (L’inquilino del terzo piano) inquietante e struggente, che veste perfettamente le immagini eleganti e gotiche della pellicola, ammantandole di mistero; eccellente senza ombra di dubbio il reparto degli effetti speciali curati dai premi oscar Albert Whitlock (Uccelli, La cosa), Rick Baker (Lupo mannaro americano a Londra) e Dick Smith (L’esorcista).
Perchè questo “cappello” introduttivo? Perché GHOST STORY è uno di quei rari film dove la parte tecnica ed artistica è semplicemente perfetta. Grandi professionisti dalla scrittura alla regia, dagli attori alla fotografia… tutti uniti per dare vita alle sottili atmosfere del romanzo, riuscendoci senza strafare. Nessun movimento di macchina fatto per stupire, nessuna fotografia strabiliante laddove non serve… nessuna insistenza su “effettacci” mostrati fino all’esasperazione.

Forse per questo il film (un classico) funziona ed’è elegante… perché è un mix equilibrato di ingredienti dosati con discrezione. Il fantasma di Eva tanto è inquietante nella sua lenta decomposizione, proprio perchè ce lo lasciano solo quasi intuire.
La regia riesce a spaventare anche senza doversi inventare stratagemmi… ed in questo è notevole la scena in cui i due protagonisti parlano e lei è costantemente di spalle ad asciugarsi i capelli. Poche inquadrature, luci giuste e recitazione misurata creano un senso di disagio pur non lasciando in effetti accadere nulla. Alice Krige disegna un personaggio irreale, ambiguo senza mai scadere nel didascalico, con quel sorriso finto stampato sul viso come in una foto invecchiata dal tempo.
Quando finalmente il fantasma si palesa nel finale, la fotografia esprime tutta la sua potenzialità (se non vogliamo già considerare i bellissimi flashback negli anni ’30) disegnando un ambiente irreale che ci fa davvero respirare il sapore dell’etereo (ma marcio) confine fra due mondi.

Se dobbiamo trovare dei difetti a questa favola nera, è che probabilmente il pubblico “moderno” e “giovane” lo troverà troppo drammatico e troppo lento. Gli spaventi che 30 anni fa erano ad effetto, oggi appaiono come stilemi che poi il cinema ha molto abusato, rendendoli obsoleti e meno efficaci… ma, signori, stiamo parlando di vero cinema qui… ed il vero cinema è immortale. Ci son tanti motivi per apprezzare questa opera oltre il voler saltare sulla sedia ed io ne consiglio caldamente la visione anche ai non appassionati del genere.
Senza “spoilerare” nulla (come purtroppo accade ovunque leggendo la trama di questo film come riportata nei siti) il film ci presenta la “società degli eterni”, un club di 4 arzilli vecchietti che passano le loro serate a raccontarsi storie spaventose osteggiati dalle loro mogli.
Qualcosa accade rompendo la routine, quando uno di loro muore… ed il figlio “paga” il suo pegno per entrare nella società degli eterni, raccontando la “sua” storia di fantasmi: una storia che mescola fin troppe verità alla fantasia ed intuiamo che dal loro passato, qualcosa sta cercando di emergere attraverso le loro paure… per cercare vendetta… o forse la pace.
SCHEDA
Fred Astaire: Rick Hawthorne
John Houseman: Sears James
Douglas Fairbanks Jr.: Edward Charles Wanderley
Melvyn Douglas: Dr. John Jaffrey
Patricia Neal: Stella Hawthorne
Alice Krige: Eva Galli / Alma Mobley
Craig Wasson: Don / David Wanderley
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