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Ill: Final Contagium. Le interviste ai registi


Distribuito da TetroVideo per l’Europa, (la distribuzione internazionale e' invece con l’americana Echo Bridge/Miramax), Ill: Final Contagium è un Body Horror corale diretto dal cileno Lucio A. Rojas (regista del devastante Trauma), il tedesco Kai E. Bogatzki (suo lo spietato Scars of Xavier) e gli italiani Lorenzo Dante Zanoni (A Taste of Phobia) e Domiziano Cristopharo (Red Krokodil, Mad Macbeth).

Il film è frutto di una coproduzione internazionale fra Cile, UK, Germania e l’italia (grazie al contributo di Alfonso Maria Chiarenza).

Ill Final Contagium racconta di una pandemia che si diffonde in pochi mesi attraverso il denaro, infettato da uno scienziato pazzo con un virus da laboratorio.

Inutile dire che in questo film a farne le spese maggiori sono le persone più avide, punite (o ripagate se vogliamo) quasi per una legge del contrappasso con l’amara moneta della delusione… e col vedere i propri sogni trasformati in incubi.

Ogni segmento presenta una regia solida, una fotografia ineccepibile ed un lavoro straordinario di makeup che va dagli infetti stile primi anni ’80 del segmento di Rojas, fino al trucco disgustosamente iperrealista di Athanasius Pernath (ma quanto è bravo?) per Zanoni e Cristopharo, echeggiato poi nel segmento finale di Bogatzki.

Ill è un body horror con momenti molto disgustosi, ma lascia in bocca il sapore di un prodotto mainstream, per nulla avvicinabile all’indie… e non a caso la Echo Bridge è una label di livello superiore agli standard indie.

Forse se gli si può/vuol trovare un difetto, il film pecca proprio per questo sapore mainstream che “ammorbidisce” i toni ed i contenuti estremi possibili del body horror.

4 registi, 4 storie eppure sembra di assistere ad un unico film: il primo episodio funge da intro agli eventi, poi ci spostiamo in varie regioni del mondo – in tempi diversi – e vediamo come il virus mutante si sta spargendo; e se il denaro è stato la causa del male, alla fine di tutto sarà anche l’unico mezzo con cui sperare di potersi salvare…

Per restare in tema col numero ricorrente, ho fatto 4 chiacchiere coi 4 registi… ponendo ad ognuno di loro le stesse 4 domande!

AM – Dove hai preso l’ispirazione per il tuo segmento?

Lorenzo Dante Zanoni: – Ho iniziato a scrivere il soggetto di Gully, assieme a Luca Nicolai, in un momento in cui il tema della malattia mi toccava personalmente da vicino.

Ho voluto che il tema della solitudine fosse centrale proprio perché mi sono reso conto di quanto autonoma sia la gestione di una malattia e di quanto a volte possa essere spaventoso ritrovarsi da solo ad affrontare una grave problematica.

Owen, una persona dipendente in toto da un altro essere umano, si ritrova solo in una fase di cambiamento ad affrontare la sua vera natura e l’accettazione della sua condizione; muta, si riscopre nella paura dell’abbandono e dell’autocommiserazione.

Il tema della perdita, centrale se si parla di malattia, è poi fondamentale anche nell’ambito delle relazioni umane, specie se sentimentali: ecco perché il segmento ruota attorno alla distruzione del rapporto personale di Owen, cannibalizzato dal suo status di parassita, di virus. -.


Kai E. Bogatzki: – Onestamente, ho inizialmente avuto enormi problemi a trovare una buona storia per il mio segmento. Ho avuto molti colloqui con Domiziano e poi ho avuto l’idea di un mondo post apocalittico alla fine dell’umanità.

L’idea è piaciuta a Domiziano e abbiamo deciso che il mio segmento sarebbe stato l’ultimo del film. Questo del post atomico è un qualcosa che ho sempre voluto fare. Ma con un budget limitato è anche molto difficile creare una credibile fine del mondo.

Quindi ho limitato la storia a una sola location e due attori. Un grazie speciale va alla meravigliosa prova attoriale del mio amico Max Evans (il padre) e Justin Salowsky che interpreta il figlio. -.


Domiziano Christopharo: – Quello della chirurgia che si trasforma in un “calvario” era un soggetto che già avevo, l’ho adattato alla tematica “infezione” grazie alla sceneggiatura di Lino Scalpellino che ha ampliato ed arricchito il tutto in una sorta di dantesco “contrappasso”! -.


Lucio A. Rojas: – La storia nasce da subito come l’introduzione. Avevo in mente questa visione, di cosa potrebbe accadere se un uomo di potere fosse ingannato da due donne che lo seducono, ma con un twist finale.

L’idea l’ho sviluppata insieme a Ximena del Solar, che recita anche nel film, contestualizzando l’inizio della pandemia; quello che mancava al Cile era proprio “anche” questa catastrofe e così… -.

AM – Come è stato girare e quali problemi hai riscontrato?

Zanoni: – Ho un ricordo bellissimo di questo set: la mia troupe è stata incredibilmente dedita, abbiamo girato con orari faticosissimi per una settimana continuativa e nonostante le mille difficoltà siamo riusciti a portarci il risultato a casa.

Come ogni film indipendente che si rispetti ci sono stati un milione di problemi: hard disk col girato che si guastano, incidenti automobilistici ad un membro della troupe, stravolgimenti dell’ultimo secondo e il coproduttore del segmento operato d’urgenza ad un occhio il giorno prima del set, incidente che ha compromesso la sua presenza durante le riprese.

Questo per dire che per realizzare un film come questo si dà l’anima, sia in termini economici che di energie mentali e fisiche.

Sono stato aiutato da professionisti di livello quali Daniele Trani e Tommaso Arnaldi che hanno saputo dare il loro punto di vista e si sono fidati del mio modo di pensare la storia, contribuendo su alcuni aspetti fondamentali della narrazione, migliorando grazie al loro gusto alcuni passaggi del segmento.

Ho sempre amato i mostri e la maestria dei MakeUp Artist, quindi guardare la trasformazione di Owen avvenire grazie alle mani di Domiziano è stato davvero affascinante e molto molto divertente.

La nostra collaborazione è stata fondamentale. Ho realizzato un piccolo sogno infantile, uno di quelli che più di altri mi legano alla passione del cinema. -.


Bogatzki: – Il problema più grande che ho avuto durante le riprese è stato il tempo, perché avevo la cabina in cui abbiamo girato per un solo giorno. Quindi si è rivelata una maratona di 19 ore per preparare e realizzare il mio segmento. Eravamo una squadra molto piccola tra cui Lucas Blank e Philipp Peißen come DOP, e il maestro degli effetti speciali Philipp Rathgeber. È stato molto stressante ed estenuante, ma ci siamo anche divertiti molto. Questo è qualcosa che è possibile solo con una grande squadra. -.


Cristopharo: – Uno dei set più scorrevoli, puntuali e perfetti mai avuti. Chiara Pavoni è una garanzia; solo c’è stato da sostituire last minute l’attrice che faceva la dottoressa e son stato fortunatissimo (e felice) di avere un “rimpiazzo” come Arianna Bonardi (Matildà) che è stata per me una scoperta strepitosa. -.


Rojas: – Il problema più grande come sempre è stato il budget ridotto. Molto poco. Contagium è un cortometraggio girato in stile guerrilla che doveva essere completato in 3 giorni e mezzo. C’erano 4 locations: un bar, un’industria abbandonata, una cabina e una strada di campagna solitaria.

Per un segmento di 25 minuti, il tempo era poco ed il risultato è stato raggiunto solo grazie al team di attori e tecnici, che ha dato più del loro talento: tutta la loro dedizione e amore per lavorare intensamente nonostante queste difficoltà. -.

AM – La differenza fra il virus nel tuo segmento e l’attuale situazione Covid-19?

Zanoni: – Il virus che colpisce Owen opera un indebolimento delle difese immunitarie, provoca la caduta dei capelli, delle unghie e dei denti nonché una perdita progressiva della vista e della capacità respiratoria: proprio quest’ultimo, devastante, effetto si presenta simile al Covid-19.

Il personaggio soffre anche di un aumento dell’appetito con conseguenti disfunzionalità intestinali e di stomaco, un effetto del cibo avariato e marcio che Owen ingerisce e che conduce ad ulteriori infezioni e all’aumento di peso. A tutto ciò poi vanno aggiunti i problemi psicosomatici derivati dalla rottura brusca del suo rapporto amoroso- esistenziale con Stella.

A livello più generale il virus della storia è cangiante, si sviluppa con sintomatologie differenti sui personaggi pur presentando alcune caratteristiche ricorrenti: sanguinamento del naso ed un terribile sfogo cutaneo composto da pus, vesciche e bolle infiammate.

Un altro aspetto simile alla pandemia che ci sta affliggendo è l’altissimo e rapido tasso di contagio: in poco più di cento giorni il nostro virus colpisce gran parte della popolazione mondiale, veicolato principalmente tramite i soldi ed il contatto. -.


Bogatzki: – Il virus in Ill: Final Contagium è, ovviamente, una versione estrema di ciò che sta accadendo in tutto il mondo in questo momento. Ma ad essere sinceri, le riprese del mio segmento sono state esattamente un anno fa e mi sono sentito un po’ come Nostradamus. Se guardi cosa sta succedendo, il mondo crolla, Netflix sta riducendo il suo bit-rate in streaming, le persone impazziscono per il cibo…

Il Covid-19 e le sue conseguenze sociali/economiche mi fa capire/temere che quello che succede in Ill: Final Contagium alla fine, può essere uno scenario plausibile/possibile. -.


Cristopharo: – Beh molta differenza… il Covid è subdolo e quasi invisibile, in Ill il virus è spietatamente veloce nella devastazione fisica/psicologica dei malcapitati… la cosa curiosa è che il nostro virus non è detto porti alla morte, anzi… -.

Rojas: – Onestamente non vedo molte differenze: il film con tutto il suo potere drammatico e terrificante tocca un argomento molto importante ed attuale… ossia come il denaro è ciò che non può salvarti, ma solo aiutarti a sopravvivere “un po’ di più”.

Col Covid è stato lo stesso… chi aveva i soldi ha potuto sopravvivere meglio e più a lungo, avendo un migliore accesso alla salute. Questo mondo sta andando in pezzi, tutto è stato fatto male e siamo sotto un sistema neoliberista che è crollato nel modo più terribile.

Ora era il Covid, tra 3-4 anni sarà un altro virus. E così, anno dopo anno, l’umanità si estinguerà. -.


AM – Prossimi pogetti in cantiere?

Zanoni: – Sto lavorando alla scrittura di un lungometraggio la cui storia mi sta inghiottendo letteralmente, spero di riuscire a girarlo nel prossimo futuro. Prossimamente usciranno altri due film antologici ai quali ho collaborato assieme a Domiziano, ovvero XXX Dark Web e Tales to tell in the dark. In questo momento poi sto studiando e facendo pratica sul montaggio preparando trailer di film e sperimentandone alcuni lati creativi. -.


Bogatzki: – È buffa la domanda, perché proprio ieri ho terminato la prima bozza della mia nuova sceneggiatura. Ma è troppo presto per parlarne. La sceneggiatura è ora presso il mio produttore e spero che gli piaccia e che avremo il budget di cui ho bisogno… -.


Cristopharo: – Data la situazione, per il momento ho rimandato i progetti che avevo, troppo rischioso in un set indipendente mescolare fra loro persone, specialmente gli attori che di certo non possono tenere distanze e mascherine. -.

Cristopharo e il cast completo del suo segmento The Body (a destra una irriconoscibile Poison Rouge).


Rojas: – Per ora, sto lavorando a due progetti collegati tra loro. Un dittico horror / fantascientifico che filmeremo in Argentina uno alla fine di quest’anno, se possibile, e il secondo, nella seconda metà del 2021. È una coproduzione tra Cile, Argentina e Messico, esplorando i temi classici, ma mescolati con altri generi. Il primo film è uno slasher / sci fi e il secondo è un film horror apocalittico. Ma data l’attuale situazione mondiale, nulla sembra poterci impressionare più. -.



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