La reclusione e l’isolamento son stati temi molto propizi per il cinema fantastico: molti registi han pensato bene di rinchiudere e circoscrivere fin dall’inizio i protagonisti e le loro azioni (perché in questi casi è più di uno, e rappresentano singolarmente una tipologia caratteriale spesso anche bizzarra): La chiesa, Gli Invasati, Demoni, Il tunnel dell’orrore, Deliria, La casa, Cube, Picnic at Hanging Rock, Blair witch project, Alien <ma lo spazio, con il suo isolamento forzato ed ambientazione irreale, fa categoria a sé!>, Gli invasati, La casa dei Fantasmi, Un minuto a mezzanotte.
Fino ad estendere il concetto (come un chewing-gum stiracchiato, ma è proprio il caso di dirlo!) ad intere zone, comunità o città: La città verrà distrutta all’alba, Antropophagus, Virus, Uccelli, Grano rosso sangue, La notte dei morti viventi <isolati i pochi “normali” in un mondo di cadaveri>, l’affine “L’ultimo uomo della terra”, La cosa, Morti e sepolti, Essi vivono.
Notiamo che in queste brevi liste, più di un titolo possiede elementi adattabili alla precedente o successiva… lo scrittore M. Serio sostiene che l’horror sta’ ormai dilagando in molti altri generi, da quelli più strettamente contigui ad altri meno sospetti, affermando che tra non molto sarà il vero collante tra le categorie estetiche della società di massa. Gli fa eco A. Sarno affermando che oggi, sono forse in maggior numero i film che contengono una certa misura di horror, pur non essendo stati concepiti come film appartenenti al settore, che gli horror propriamente detti.
Negli ultimi titoli, poi, la collettività porta anche ad una collettivizzazione di sottotematiche: dalla fragile e
bellissima eroina di “Uccelli”, catapultata (come avverrà nel successivo, patetico “Frogs”, e nel precursore “Them!”) in un mondo in cui la natura si rivolta, fino all’estremo “Morti e sepolti”, dove il protagonista vive in mezzo ad un’intera città di morti viventi sadici e psicopatici mantenuti in vita da uno scienziato pazzo! Chi più ne ha, più ne metta…
L’attuale incrocio multimediale ci fa vivere in un incessante disagio (ben simboleggiato in the Thruman Show) ha ben altre controindicazioni: quello di farci vivere in stretto contatto con l’apocalisse (dai terremoti, all’afa prolungata dall’effetto serra, dalle stragi in métro alle guerre civili esportate dai media <vedi Natural born Killers>), filtrando un messaggio terroristico e parzialmente inesatto: tutto è paura.
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