L'alchimia è un antico sistema filosofico esoterico che si espresse attraverso il linguaggio di svariate discipline come la chimica, la fisica, l'astrologia, la metallurgia e la medicina lasciando numerose tracce nella storia dell'arte.
Oltre ad essere una disciplina fisica e chimica, l'alchimia implicava un'esperienza di crescita o meglio un processo di liberazione spirituale dell'operatore: in quest'ottica la scienza alchemica viene a rappresentare una conoscenza metafisica e filosofica, assumendo connotati mistici e soteriologici... nel senso che i processi e i simboli alchemici, oltre al significato materiale, relativo alla trasformazione fisica.
Il termine "santeria" è stato coniato dagli spagnoli per denigrare quella che a loro pareva un'eccessiva devozione ai santi da parte dei loro schiavi, che non comprendevano il ruolo essenziale di Dio nella religione cattolica.
Gli adepti della santeria, pur ammettendo le similitudini e le comuni origini con candomblé e macumba brasiliani e il vudù haitiano, sostengono di non praticare la magia nera, ma solo quella bianca. In pratica esclusivamente divinazione, e riti per favorire successi in amore, in ambito economico e di salvaguardia della salute o nella cura di malattie. Litanie e formule liturgiche sono presumibilmente in lingua yoruba (della famiglia di lingue nigero-congolesi) che in realtà pochi capiscono (ma recitano a memoria) e le pratiche private sono improntate sul culto dei morti e degli antenati ai quali si riserva un angolo della casa e si offrono cibo e bevande, specifiche per ogni santo. Presente anche il concetto induista-buddista della reincarnazione.
Nei testi di alchimia, la radice della pianta MANDRAGOLA è altamente afrodisiaca, e viene rappresentata come una creatura dotata di arti e di un volto; la leggenda più famosa che circola su questa pianta è probabilmente quella del tanto temuto "urlo": secondo tale leggenda, una volta estratta dalla terra, la mandragora avrebbe emesso un urlo acuto che, se ascoltato, sarebbe stato in grado di uccidere. Per evitare ciò, la mandragola doveva essere raccolta seguendo rituali ben specifici e molto articolati che prevedevano l'uso di urina, l'estrazione della pianta da parte di una vergine o, in alternativa, di un cane.
Fatte queste specifiche premesse, possiamo immergerci nella visione del film di Cristopharo, un ROAD MOVIE che a tutti gli effetti e' un viaggio... se non un "trip"!
Sembra quasi di sentire il caldo e gli odori dei luoghi, il sudore dei personaggi, la sabbia sulla pelle: Cristopharo cambia nuovamente stile e direzione, e... stile nella direzione del film, regalandoci ancora una volta una esperienza non scontata e non prevedibile.
TRAMA: Un uomo giunge a Gran Canaria nel 2015, e un altro ne segue le orme qualche anno dopo... entrambi seguono le indicazioni di uno stesso diario, dove alchimisti e santeri stanno appuntando e perfezionando i rituali per raggiungere/ottenere l'oro alchemico.
Centro nevralgico/magico, una grotta, dove i piu efferati rituali si compiono per sacrificare e dimenticare la parte fisica, e aprire le porte a una dimensione spirituale.
Quando il nuovo aspirante "santero" capira' - grazie a una visione - che dovra' sacrificare qualcosa di piu' grande, il destino porra' nel suo cammino un misterioso autostoppista.
E' chiaro che Cristopharo conosce bene gli argomenti di cui racconta, al punto di stravolgerli con maestria e mescolarli assieme senza alcuna pretesa di realismo, al fine di donarci solo una storia fantastica (in tutti i sensi del termine) con cui stordire i nostri sensi.
Perfino l'aspetto della mandragola e' reinterpretato, facendola somigliare piu' a una pianta grassa del deserto, quasi a sottolineare che la ricerca di verita' e realismo smonterebbe tutte le possibili fantasticherie della trama.
La sceneggiatura e' sempre ad opera di Andrea Cavaletto, da una idea di Cristopharo e lo stesso Elio Mancuso (MUSEUM OF WONDERS).
L'orrore ed il fantastico son percorsi collaterali all'idea del cambiamento interiore, che pessimisticamente non avviene, con risultati disastrosi per i protagonisti.
Il finale forse lascia uno spiraglio di speranza, ma resta aperto a ogni interpretazione.
Strepitose le locations (naturali e non) come strepitoso (e davvero inusuale) e' il commento sonoro che accompagna tutto il film, fra brani jazz e lounge alternati a momenti in cui solo la voce della natura e' protagonista.
Il cast e' perfetto: il carismatico Elio Mancuso apre la strada ai suoi seguaci, Nicola Vitale Materi al suo debutto "col botto", e Nicholas Sartori (gia' straordinario interprete de LA PERDICION) che dimostra qui di possedere un registro attoriale versatile ed inedito.
Ho letteralmente amato anche il personaggio di MAMA interpretato da Puccy Polverino, una figura che davvero resta impressa, accompagnata da un altro volto noto dell'opera "cristophariana": Daniele Arturi (BLUE SUNSET, HOUSE GUEST).
Il cambio di "look" di MAMA nel finale, fa capire come essa stessa sia l'essenza della magia dell'isola, presentandosi di volta in volta a chi la cerca con l'immagine che essi si aspettano di trovare.
Un film davvero non per tutti, ma che tanti dovrebbero vedere.
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