Film considerato un CULT dell’horror che però, visto con gli occhi di oggi, perde un pò del suo smalto originale.
Ne è stato fatto un pessimo remake, che dalla sua ha il solo merito di approfondire la figura psicologica dell’assassino.
TRAMA: In una cittadina Canadese, le ospiti di una pensione per studentesse vengono terrorizzate a Natale da un maniaco, che al telefono promette di ucciderle tutte. Dalle parole ai fatti: le ammazza in modo brutale, ed una superstite, credendo di aver individuato il maniaco nel proprio fidanzato, lo uccide. Ma si sbagliava.
I punti di forza del film di Clark sono invece un cast di bravissimi attori (e anche i caratteristi) fra cui spiccano: Margot Kidder (Sisters di B. De Palma), John Saxon (Nightmare 1 e 3) e la “Zeffirelliana” (Romeo e Giulietta, Gesù di Nazareth) Olivia Hussey, la quasi totale assenza di musica, la scelta di tenere gli omicidi e molti ritrovamenti di cadvaeri “fuori inquadratura” lasciandoci immaginare il peggio… e la figura dell’assassino indefinita e misteriosa, che non viene mai spiegata… ne mostrata, lasciandocela “vivere” emozionalmente come accadrebbe se fossimo davvero direttamente coinvolti nei fatti, come un fatto di vita reale.
Bob Clark al cinema esordì sceneggiando, dirigendo ed interpretando il film horror L’assedio dei morti viventi nel 1972. Continuò a spaziare nel genere con pellicole come La morte dietro la porta (1972), Punto di rottura (1976) e Assassinio su commissione (1979), che incontrarono alterna fortuna.
Negli anni ottanta diresse film decisamente più leggeri come Nick lo scatenato con Sylvester Stallone nel (1984), maurono comunque i tre controversi Porky’s – Questi pazzi pazzi porcelloni!, Porky’s II – Il giorno dopo e Porky’s III – La rivincita! che ebbero il maggior successo di pubblico, soprattutto tra i giovanissimi.
E’ un peccato che non abbia approfondito di nuovo il tema “horror” quando aveva avuto maggiori budget, riconoscimenti ed esperienza, sicuramente avrebbe regalato altre perle alla storia del cinema di genere.
In questo BLACK CHRISTMAS, quello che non va, è quello che forse dovrebbe essere un punto di CLIMAX (e cioè che le telefonate vengono fatte da dentro la casa) ma tranquilli: non è uno spoiler a parlarne, in quanto è ovvio che sia così dall’inizio (sappiamo che l’assassino è nascosto in soffitta e di li non esce)! Quella parte di film risulta un pò scontata e davvero poco coinvolgente, spegnendo nel finale un film partito bene con molte premesse azzeccate, ma poche promesse mantenute.
Nella versione originale, il film termina con l’assassino ancora in casa intento a uscire nuovamente dalla soffitta per rimettersi all’opera e rivolgendosi ai cadaveri della governante e di Claire dice una frase misteriosa: “Agnes, it’s me, Billy!” (Agnes, sono io, Billy!), tradotta in maniera diversa nella versione italiana. Questo elemento mette ancora di più in confusione lo spettatore perché nel film non ci sono personaggi con quel nome. Inoltre l’assassino durante le telefonate fa diverse voci, cercando di imitare a volte una donna, altre volte un bambino. Anche se durante il film non viene data nessuna informazione sull’identità dell’assassino, si presuppone che il regista abbia voluto rendere una figura di killer disturbato da violenze subite in passato e dalla personalità fortemente misogina, che vede la donna solo come oggetto sessuale.
La voce al telefono fu omaggiata anche da Fulci nel film LO SQUARTATORE DI NEW YORK.
Se si presta attenzione è possibile riscontrare una serie incredibile di analogie tra le vicende del film e i fatti di cronaca inerenti al famoso killer delle studentesse, Ted Bundy. Nello stesso anno di uscita della pellicola Bundy irrompe nel seminterrato adiacente all’appartamento di due studentesse situato a pochi chilometri dall’ateneo universitario e rapisce e uccide una delle due che in quel momento si trova in casa. Anche le ragazze del film vivono in un appartamento condiviso nei pressi di un ateneo.
Indubbiamente coraggioso, innovativo nella struttura, suggestivo…. merita una visione senza aspettarsi però gli stati ansiogeni che suscitò negli spettatori di 40 anni fa.
Interpreti e personaggi
Olivia Hussey: Jessica Bradford
John Saxon: tenente Kenneth Fuller
Keir Dullea: Peter Smythe
Margot Kidder: Barbie Coard
Marian Waldman: Mrs. Mac
Andrea Martin: Phyllis Carlson
James Edmond: Mr. Harrison
Doug McGrath: sergente Nash
Art Hindle: Chris Hayden
Lynne Griffin: Clare Harrison
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