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antoniettamasina

AN AMERICAN GHOST STORY – REVENANT

Aggiornamento: 5 mar 2022


Paul Anderson è uno scrittore senza fortuna in piena crisi creativa. Insieme alla sua donna Stella decide così di “giocarsi tutto” andando a vivere in una abitazione che è ben nota per essere una casa infestata dai fantasmi. Paul è così certo di riuscire a tornare a scrivere efficacemente e di realizzare un ottimo romanzo sovrannaturale basandosi sulle esperienze e sensazioni che vivrà in quel luogo. I giorni passano e non succede nulla finché qualcosa comincia a manifestarsi: Stella rinuncia per paura e lui resta a fronteggiare le strane presenze che popolano la casa durante la notte.

Fa davvero piacere imbattersi in film realizzati low budget con evidente passione, eleganza e mestiere. Interamente realizzato (e prodotto) dagli stessi pochi protagonisti, il film pecca inizialmente in una fotografia diurna alquanto piatta e televisiva, decisamente poco interessante rispetto a quella notturna dove i tagli ed i colori si fanno più intriganti e ricercati. La regia è essenziale, fatta di pochi movimenti: il regista si limita a raccontare (e non è poco) soffermandosi su attese ben dosate ed attori di indubbia qualità (cosa rara per film indie) credibili anche nelle situazioni più incredibili. Belli i piani in cui si tiene a fuoco solo l’oggetto più vicino, lasciando sempre sfuocato il resto… o quelle sbilanciate e lontane, che fan sempre lasciare ad intendere che ci sia qualcosa di altro non visibile nell’inquadratura.

Alcuni dialoghi son decisamente inutili e forzati, palesemente al servizio di regalare scene ai due attori/produttori ma non invadono più di tanto. Potevano esser evitati e conditi con qualcosa di più consistente a livello visivo o concettuale.

La trama è banale, ciò che deve accadere anche… alcune citazioni (evitabili) a POLTERGEIST di Hooper fan presagire un prodotto di serie C che punta al riciclo, ma poi fortunatamente gli autori prendono coraggio nelle loro idee regalando spaventi e belle intuizioni (i fantasmi col lenzuolo) che portano il concetto classico di fantasma in un contesto contemporaneo: non è appunto la trama o la sorpresa ciò a cui punta il regista, quanto la creazione riuscita di una dimensione orrorifica rarefatta e perturbante.

Il sapore è quasi quello di un “found footage”, ma senza annoiarci con l’ennesimo espediente delle finte riprese; qui si da al tutto un taglio semi-documentaristico forse involontario, che però porta molta credibilità alla storia.


Derek Cole è autore di innumerevoli corti e sembra affezionato all’attore/feticcio Stephen Twardokus (3 DAY’S WEEK END) con cui ha realizzato altri 2 horror in precedenza: HUMAN BEHAVIOUR e THE MUTILATION MAN da noi inediti. Il film prende ritmo nel finale che forse risulta un pò sbrigativo nel suo climax improvviso, e che si spegne altrettanto velocemente. Alla fine cosa sono i fantasmi? Qualcosa di cui tutti parlano, ma che nessuno ha mai visto. Chi li ha visti, è ancora qui a raccontarcelo… quindi perché non giocare solo su strane suggestioni e sensazioni? Il cinema ci ha malamente abituato a fantasmi capaci di cose fin troppo sovrannaturali. Forse questa dimensione “innocua” e contenuta, si avvicina maggiormente a una dimensione “possibile”, quindi a parte qualche ingenuità… mi ha convinta e lo consiglio a chi vuole vedere qualcosa che ha una energia diversa, pulita e personale. Regista ed attori da tenere d’occhio!


Major Cast: Stephen Twardokus as Paul, Liesel Kopp as Stella, Jon Gale as Skip, Wendy Haines as Sue, Cain Clifton as Sam, Maureen McElroy as Anna


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